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1. Prodotto Interno Lordo

Tasso di crescita del PIL reale

Il tasso di crescita italiano ha toccato il picco del 3,7% nel 2000, subendo successivamente un calo più pronunciato rispetto a quello della media dell’UE27, pur rimanendo positivo fino al 2007. Si sono poi verificate due fasi durante le quali il PIL è diminuito in valore assoluto, nel 2008-2009 e nel 2012-13 e nel 2020 ed è cresciuto dello 0,9% nel 2023.

1.1 Fonte: Elaborazione DIPE su dati Eurostat, Istat, Commissione europea e per l’Italia sui dati tendenziali del DEF di aprile 2024.

Nota esplicativa: Il dato è riferito al tasso di crescita del Prodotto interno lordo (PIL) dell’Italia e a quello medio dell’Unione europea. Per il 2024-2027 è indicato il dato tendenziale del DEF di aprile 2024 e delle previsioni della Commissione europea di febbraio 2024.

Livello del PIL italiano

Il livello del PIL italiano, misurato su base trimestrale, ha conosciuto una fase di crescita dal 2000 fino al primo trimestre del 2008, pur con una fase di ristagno dal secondo trimestre 2001 al secondo trimestre 2003. Dal secondo trimestre del 2008 al secondo trimestre del 2009 si è concretizzata la più intensa fase di crollo del PIL dal dopoguerra ad oggi, seguita da una ripresa dal terzo trimestre 2009 al secondo trimestre 2011. Dal terzo trimestre 2011, il PIL ha subito un ulteriore forte calo, e dal secondo trimestre 2013 si è stabilizzato per poi ricominciare a crescere nel 2015-2018 e nel 2020 ha subito gli effetti della pandemia di Covid-19, con un crollo nei primi due trimestri dell’anno e una ripresa nel terzo trimestre e con la seconda ondata della pandemia dei cali più limitati del PIL a cavallo della fine del 2020 e una nuova forte ripresa nel 2021-2022, che ha portato nel secondo trimestre del 2022 a superare i livelli massimi trimestrali di PIL preCovid, ripresa che è continuata nel 2023.

1.2 Fonte: Elaborazione DIPE su dati Istat.

Nota esplicativa: Il grafico illustra l’andamento del Prodotto interno lordo italiano reale, cioè espresso in milioni di euro a prezzi costanti del 2015. I dati trimestrali sono stati destagionalizzati per il ciclo economico.

Produzione industriale

La produzione industriale italiana aveva mostrato una tendenza a un moderato calo nel 2000-2005, seguito da una fase di crescita nel 2005-2008, con trend di crescita più limitato rispetto alla media della zona euro. Dalla metà del 2008 fino ad aprile 2009 la produzione industriale è crollata da un massimo di 106 ad un minimo di 78, analogamente a quanto accaduto in tutto il mondo con la crisi finanziaria internazionale. Dalla seconda metà del 2009 alla metà del 2011 la produzione industriale ha recuperato circa il 40% di quanto aveva perso, tornando successivamente a calare. Nel 2014 è ricominciata una fase di crescita della produzione industriale, durata fino alla fine del 2017. Nel 2020 e 2021 ha subito gli effetti della pandemia di Covid-19 ma a metà 2021 ha recuperato i livelli di produzione mensile simili a quelli pre pandemia.

1.3 Fonte: Elaborazione DIPE su dati OCSE.

Nota esplicativa: L’indice della produzione industriale misura la variazione nel tempo del volume fisico della produzione effettuata dall’industria in senso stretto (ovvero con esclusione delle costruzioni). Le serie sono state calcolate prendendo come base il primo mese del 2000, posto uguale a 100, con dati mensili OCSE.

Vendite al dettaglio

L’indice delle vendite del commercio al dettaglio mostra un significativo aumento del valore delle vendite di beni alimentari dal 2000 al 2008, seguita da calo o stagnazione tra il 2008 e il 2014, e da una crescita moderata a partire dal 2015, che non è stata interrotta dalla crisi economica provocata dal Covid. Al contrario le vendite al dettaglio di beni non alimentari hanno oscillato senza aumentare o diminuire significativamente tra il 2003 e il 2011, calando significativamente durante la crisi economica tra il 2011 e il 2014, con una modesta ripresa successiva. Nel 2020 l’impatto del Covid e del lockdown hanno più che dimezzato l’indice delle vendite per un breve periodo culminato ad aprile 2020, ma che sono tornate già ad agosto 2020 oltre il livello precedente il Covid, per poi subire gli effetti più limitati della seconda ondata. A metà 2021 il livello medio è tornato a livelli pre pandemia in media, ma con una composizione più favorevole al settore alimentare rispetto al pre pandemia.

1.4

Nota esplicativa: L’indice delle vendite del commercio al dettaglio misura la variazione nel tempo del valore delle vendite nel settore alimentare e in quello non alimentare, oltre a indicare la media totale su tutte le tipologie di beni di consumo. Le serie sono state calcolate prendendo come base il 2021, posto uguale a 100, con dati mensili destagionalizzati OCSE.

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